Immigrati e banche, rapporto stretto: 9 su 10 hanno il conto corrente
Cresce l’inclusione finanziaria degli immigrati e si fa sempre più evoluta: il 40% usa l’internet banking. I dati dell’osservatorio Abi- Cespi
Roma – 5 dicembre 2014 – La crisi economica non ha fermato il processo di inclusione finanziaria degli immigrati.
L’86% dei migranti adulti residenti in Italia è titolare di conto corrente, in significativa crescita rispetto al 61% del 2010. Raddoppiata dal 2010 la percentuale dei conti correnti con più di 5 anni, pari al 40% dei conti correnti intestati ai cittadini immigrati a fine 2013. Sempre più “evoluta” la relazione con la banca e innovativa la scelta dei canali: con una incidenza pari al 40% nel 2013, l’utilizzo dell’internet banking è raddoppiato dal 2010.
Sono questi i principali dati che emergono dall’ultimo rapporto dell’Osservatorio Nazionale sull’Inclusione Finanziaria dei migranti, presentato ieri alla giornata conclusiva del Forum CSR 2014 organizzato dall’Associazione bancaria italiana (ABI) sui temi della responsabilità sociale. L’Osservatorio è un progetto pluriennale nato dalla collaborazione fra l’ABI e il Ministero dell’Interno, e gestito dal Centro Studi di Politica Internazionale (CeSPI).
La bancarizzazione dei migranti…
Oltre 2,5 milioni il numero dei conti correnti presso banche e BancoPosta intestati a cittadini immigrati delle 21 nazionalità (pari all’88% dei migranti residenti in Italia) considerate nell’indagine dell’Osservatorio a dicembre 2013, cresciuto di circa il 40% dal 2010. A fine 2012 secondo l’ultima rilevazione disponibile, quasi nove cittadini immigrati su dieci sono titolari di conto corrente (l’86%).
Secondo il rapporto cresce anche la capacità da parte dei migranti di cogliere le potenzialità offerte da nuovi prodotti finanziari che, pur non essendo perfetti sostituti del conto corrente, consentono un’operatività ampia in tema di servizi di pagamento: sono oltre 1,1 milione le carte con Iban e le carte PostePay offerte da BancoPosta, limitatamente ai migranti non titolari di un conto corrente. A dicembre 2012 quindi, un cittadino immigrato senza conto corrente su tre è titolare di una di queste carte (32,4%) con un incremento significativo rispetto all’anno precedente quando l’incidenza era al 27,8%.
…per territorio e nazionalità
Nazionalità e luogo di insediamento sono le variabili che mostrano la maggiore correlazione con l’inclusione finanziaria e in modo particolare con il profilo finanziario del cittadino immigrato. Le comunità dall’America latina mostrano una familiarità con la banca più elevata rispetto alla media, seguiti dalle comunità di origine europea e africana.
Nel 2013, nel Nord Italia si registra la maggiore parte dei titolari di conto corrente (68%), dato che va letto coerentemente con la distribuzione della popolazione immigrata sul territorio italiano concentrata soprattutto nell’area settentrionale; il 25% dei bancarizzati al Centro, il 7% al Sud percentuale in crescita rispetto al 2010 (anche in relazione all’uso delle carte).
Il cliente evoluto…
Utilizza almeno sei prodotti bancari e ha una relazione “matura” con il sistema finanziario, in risposta a una pluralità di esigenze che vanno oltre la semplice custodia del risparmio e la concessione del credito, ma che riguardano anche i pagamenti e una gestione più attiva del proprio patrimonio. È il cliente “evoluto”, profilo più che raddoppiato in soli due anni, passando dal 9% del 2009 al 21% del 2011, legato ad una maggiore stabilità e al progredire del processo di integrazione anche finanziario. Guardando il dato all’interno dei soli titolari di un conto corrente, il peso del profilo evoluto diviene ancora più evidente, passando dal 16% del 2009 al 32% del 2011.
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